Cappelletti - Caplètt (romagnolo)
Re indiscusso dei primi piatti romagnoli è il Cappelletto. Non può mancare in tavola alle ricorrenze o alle feste
familiari e ovviamente il giorno di Natale. Il nome deriva dalla sua forma, quella di cappello
napoleonico secondo alcuni o del prete secondo altri, comunque è una pasta
ripiena il cui diametro non supera mai i 3-4 centimetri.
Ma la differenza netta dei vicini tortellini bolognesi è nel ripieno, cosiddetto batù, che nella zona della bassa Romagna prevede esclusivamente il formaggio. E così è anche la ricetta dei miei cappelletti.
Tipicamente e storicamente il cappelletto veniva mangiato in brodo, però vi posso garantire che sono divini anche asciutti: si può passare da un sapore molto forte di quelli con il ragù ad uno delicato e che esalta il ripieno, ad esempio conditi con solo burro e noce moscata, ad un altro delicato e intrigante come il cappelletto agli asparagi.
Ma la differenza netta dei vicini tortellini bolognesi è nel ripieno, cosiddetto batù, che nella zona della bassa Romagna prevede esclusivamente il formaggio. E così è anche la ricetta dei miei cappelletti.
Tipicamente e storicamente il cappelletto veniva mangiato in brodo, però vi posso garantire che sono divini anche asciutti: si può passare da un sapore molto forte di quelli con il ragù ad uno delicato e che esalta il ripieno, ad esempio conditi con solo burro e noce moscata, ad un altro delicato e intrigante come il cappelletto agli asparagi.
PREPARAZIONE
Si prepara il ripieno dei cappelletti unendo tutti gli ingredienti, in modo da ottenere un impasto piuttosto consistente.
Verranno tanto più saporiti quanto più farete prevalere il parmigiano reggiano sul formaggio morbido. La differenze nel mix dei due formaggi è legata al territorio e la ricetta del ripieno può cambiare anche spostandosi da una paese all’altro.
La mia nonna di origini “montanare” (colline sopra Faenza) li faceva mettendo metà parmigiano e metà ricotta, quando poi si è trasferita a Villanova di Bagnacavallo si è adattata alle usanze del paese, dove si fanno col solo parmigiano.
Si prepara il ripieno dei cappelletti unendo tutti gli ingredienti, in modo da ottenere un impasto piuttosto consistente.
Verranno tanto più saporiti quanto più farete prevalere il parmigiano reggiano sul formaggio morbido. La differenze nel mix dei due formaggi è legata al territorio e la ricetta del ripieno può cambiare anche spostandosi da una paese all’altro.
La mia nonna di origini “montanare” (colline sopra Faenza) li faceva mettendo metà parmigiano e metà ricotta, quando poi si è trasferita a Villanova di Bagnacavallo si è adattata alle usanze del paese, dove si fanno col solo parmigiano.
Si tira una sfoglia abbastanza sottile e si tagliano dei quadretti di 3 centimetri circa per lato. Quello che vedete sotto è il metodo che mi è stato insegnato per tagliare i quadrati, ma lo potete fare anche partendo dalla sfoglia stesa.
In questo modo però la sfoglia rimarrà umida. Se si dovesse asciugare troppo, sarà più difficoltoso chiudere bene i cappelletti con il rischio che si aprano durante la cottura.
Una volta posto il ripieno al centro, si piega il quadretto a metà lungo la diagonale spingendo bene i bordi con le dita per fare uscire l’aria e attaccare bene i due lembi uno all’altro. Quindi si attaccano le due estremità lontane facendo girare la parte ripiena attorno al dito e si forma il cappelletto.
NB: non c'è niente di meglio della minestra fatta e mangiata! ciò non toglie che tutte le paste possono essere congelate e mangiate in un secondo tempo. Con i cappelletti però bisogna avere l'accortezza di tirarli fuori dal frigo almeno una mezzora prima, in modo che si scongelino parzialmente e non si rompano quando buttati nell'acqua bollente.